Idee di Potere - Quarta puntata
«L’individuo che si rassegna al giudizio altrui è un complice sconfitto» Bénédicte Vidaillet
Il conflitto è il motore del cambiamento perché, se gestito in modo positivo e rispettoso, porta alla novità.
Nelle coppie, ad esempio, la crisi può aprire ad altro.
Se questo “altro” sarà positivo o negativo per il rapporto, dipende dalle volontà della coppia.
Se entrambi decidono di andare oltre la sofferenza dettata da certi schemi infranti e decidono di mettersi in gioco per ricercare una novità nel rapporto, insieme si può rinascere. Proprio come è successo alla coppia formata da me e mio marito, dalla cui storia ho tratto spunto per la realizzazione di questa serie di newsletter.
Di quali schemi parlo? Di vario tipo, di quelli della “brava moglie” o della “brava CEO”.
Durante la terapia mi sono resa conto che avevo interiorizzato certi modelli di “essere capa”, che avevo costruito ispirandomi a miei precedenti capi e che, soprattutto, mi servivano a ottenere a tutti i costi l’ammirazione di altri e non per avere io un’autentica soddisfazione.
Così, quando adottavo comportamenti che derivavano da quei modelli e grazie a quelli raggiungevo un traguardo professionale, la felicità durava solo un attimo. Subito dopo arrivava, inesorabile, un gran senso di vuoto.
Questo perché il soddisfacimento non era autentico, ma figlio del mio bisogno di considerazione e approvazione da parte degli altri.
Un’altra conseguenza di questo approccio era che non entravo realmente in relazione con gli altri: una relazione sana, infatti, presuppone la mancanza di schemi e ossessioni. Presuppone che io cambi il mio modo di pensare, dunque i miei schemi, e, così facendo, che io consenta anche all’altro di cambiare.
Cambiare prospettiva e consentire all’altro di “entrare” in dinamiche e schemi che prima controllavamo ossessivamente porta inevitabilmente al conflitto.
Gli altri, prima abituati a subire la dinamica di controllo, ora sono chiamati all’azione e questo potrebbe non risultare facile o naturale per loro. Ugualmente, per noi ex “controllanti”, non è facile accettare un parere diverso, anche se consciamente lo vorremmo.
Quindi, come fare?
Innanzitutto, non tutti siamo nella condizione di uscire da certi schemi. Banalmente perché non tutti possiamo fare terapia, e non solo per una questione economica.
In ogni caso, se ne abbiamo le possibilità, ci sono alcune attività, oltre alla terapia, che ci allenano a uscire dagli schemi.
Ne scriverò nelle prossime puntate, per ora vi lascio con un indizio: ha a che fare con il diaframma.
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